Bruce Springsteen secondo il pop-metal degli Sleep Token

Scegliendo la forma dell’anonimato, gli Sleep Token sono una delle realtà più enigmatiche del panorama prog metal contemporaneo. Dal debutto del 2016 hanno costruito, dietro maschere e pseudonimi, un culto oscuro e irresistibile che mescola malinconia e teatralità. A guidarli è Vessel, voce celata eppure riconoscibilissima, che canta l’identità scissa in un rituale sonoro fatto di riff pesanti, pulsazioni trap, aperture emo e derive pop. Prendendo spesso direzioni inusuali e portando la propria musica in territori inaspettati, il gruppo ha saputo sorprendere ancora una volta, questa volta sul palco di Philadelphia.
Di scena alla Xfinity Mobile Arena, per una data del tour degli Sleep Token a supporto del loro recente quarto album in studio "Even in Arcadia", il cantante mascherato e anonimo della formazione britannica ha deciso di concedere al pubblico un inatteso fuoriprogramma. Per introdurre il brano "Rain", ottavo pezzo in scaletta, Vessel è rimasto da solo sul palco, per suonare alle tastiere ed eseguire una cover di "Dancing in the dark" di Bruce Springsteen, offrendone una versione minimale ma con momenti crudi e in linea con il pop-metal del gruppo.
Finora gli Sleep Token forse non avevano mai reinterprato un brano di Springsteen e non avevano mai riletto la hit dal classico album del Boss "Born in the U.S.A.". La band, però, si era già cimentata nel rifare canzoni di altri artisti, dando il proprio tocco a pezzi come - tra gli altri - "Hey ya!" degli Outkast, "Hallelujah" di Leonard Cohen, "I wanna dance with somebody" di Whitney Houston e "When the party’s over" di Billie Eilish.